La rivelazione è arrivata durante una chat su Instagram con la moglie di Dries Mertens, Kat Kerkhofs: l’attaccante dell’Inter, Romelu Lukaku, ha raccontato un clamoroso episodio avvenuto a gennaio, strettamente legato all’emergenza coronavirus che, qualche settimana più tardi, sarebbe esplosa in tutto il suo clamore in Italia e nel mondo.

“Stavamo per svenire in campo”

Lukaku ha parlato di una settimana libera a dicembre, quella tra Natale e Capodanno, e di un rientro che si è rivelato poi drammatico: “Ricordo la partita in casa contro il Cagliari di Nainggolan: dopo 20 minuti un nostro difensore (Skriniar, ndr) stava per svenire, non poteva andare avanti e fu sostituito. In campo avevano tutti febbre e tosse. Posso dire che su 25, in 23 eravamo malati, non è uno scherzo”.

Il centravanti ex Manchester United parla poi anche della sua esperienza diretta: “Ero infastidito da quella situazione, nel riscaldamento ho notato che la febbre saliva, non la prendevo da anni. C’era una cena legata a Puma nel dopo-partita ma sono andato direttamente a casa dopo aver ringraziati. Non ci sono stati test per il coronavirus in quelle settimane, quindi non potremo mai sapere se abbiamo contratto il virus o no”.

La preoccupazione per la madre e il sogno di fine carriera

Lukaku poi continua: “Sono molto preoccupato per mia mamma, ha il diabete. Chiamo ogni quattro ore per sapere se ha bisogno di qualcosa. Lei e mio figlio mi mancano molto”.

Il discorso poi si sofferma sulla carriera del nazionale belga: “Il mio obiettivo è di giocare fino a 36 anni, sono quindi nel pieno della carriera visto che dopo l’Europeo avrò 28 o 29 anni e ho cominciato a 16 anni. Il mio sogno è quello di chiudere all’Anderlecht, dove divenni professionista: sarebbe come la chiusura di un cerchio. Non credo di voler diventare allenatore, mi piacerebbe viaggiare una volta smesso”.