L’emergenza coronavirus è ancora in continuo divenire e il mondo del calcio fatica a trovare certezza in un momento di così grande difficoltà. In Inghilterra, ad esempio, il picco dei contagi di Covid-19 non è stato ancora raggiunto ed è per questo che un’eventuale ripresa della Premier League non può essere immaginata prima di giugno inoltrato. Anche la UEFA continua a studiare ipotesi per chiudere le coppe europee, andiamo a vedere quali sono le ultime proposte che saranno discusse in questi giorni.

Coppe ad agosto con format rivoluzionato?

Ceferin lo ha sottolineato in diverse occasioni: è prioritario terminare i campionati nazionali, poi si penserà alle coppe. Ad oggi lo scenario ritenuto più probabile è quello delle competizioni continentali che si svolgerebbero interamente ad agosto, tre le soluzioni sul tavole della UEFA.

La prima è quella di una final eight sia per Champions che per Europa League che, però, avrebbe nelle difficoltà di tipo organizzativo il punto più a sfavore: dopo aver recuperato gli ottavi di ritorno, si disputerebbero quarti, semifinali e finale in un’unica sede, in gara secca. Se proprio si virerà verso questa formula è pertanto più probabile pensare ad una final four, con semifinali e finale nel giro di 4 giorni e, ovviamente, in un solo stadio. L’altra ipotesi è quella delle gare uniche per quarti, semifinali e finali da svolgere nel giro di 3-4 settimane.

La Premier League tutta a Wembley

Intanto in Inghilterra si studia la possibilità di far giocare tutto il resto del campionato, 92 partite, a Wembley. La competizione durerebbe circa un mese e messo (l’obiettivo è quindi quello di chiudere il campionato a fine luglio), ci sarebbero fino a 4 partite al giorno, a porte chiuse. Alcune squadre potrebbero alloggiare al National Football Center di St George’s Park, con 13 campi da calcio per gli allenamenti. Nel caso in cui non si dovesse riprendere, la Premier League dovrà restituire circa 420 milioni di sterline alle televisioni.