Data per vicinissima alla chiusura in pieno inverno, la trattativa tra Dan Friedkin e James Pallotta per la cessione della Roma ha subito un brusco rallentamento negli ultimi mesi. Al di là della volontà del magnate statunitense di procedere con cautela in un’acquisizione di questa portata, l’emergenza coronavirus ha di fatto congelato la situazione.

Differenza di 100 milioni

Gli Stati Uniti si ritroveranno a fronteggiare un’importante crisi economica che si aggiunge a quella sanitaria di più stretta attualità. Nonostante ciò, come oggi scrive ‘Milano Finanza’, in realtà Friedkin non ha fatto nessun passo indietro, anzi. L’imprenditore statunitense continua ad avere confronti con Pallotta tanto che oggi si parla anche più concretamente di cifre.

Secondo la fonte in questione, la valutazione del club da parte di Pallotta sarebbe pari a 600 milioni di euro: si tratta di una cifra che comprenderebbe anche i 280 milioni che avrebbe investito nei nove anni da presidente della Roma. Friedkin, invece, non andrebbe i 500 milioni di euro, valutazione che peraltro comprenderebbe i 300 milioni di debito che ancora sovrastano il club capitolino (275 milioni di bond).

Insomma, c’è una differenza di 100 milioni di euro tra domanda e offerta e, soprattutto, nel caso in cui la trattativa dovesse chiudersi alle cifre di Friedkin, di fatto Pallotta accumulerebbe una perdita di 80 milioni.

I piani futuri di Friedkin

Milano Finanza guarda anche oltre la possibile chiusura della trattativa per la cessione della Roma: una volta comprato il club, Friedkin opererebbe un aumento di capitale quantificato sugli 85 milioni che porterebbe il valore del club a 585 assicurando allo stesso tempo una programmazione solida, anche e soprattutto dal punto di vista sportivo (il nuovo progetto partirebbe con le conferme di Zaniolo e Pellegrini), per i prossimi anni. Non è da sottovalutare neppure la recente apertura del sindaco Raggi a proposito della costruzione del nuovo stadio a Tor di Valle.