Blocco del mercato a gennaio per sei società? Oltre alla Lazio, anche il Napoli

Brando Guidacci

Stadio Diego Armando Maradona, Napoli
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Nuovi vincoli economici, vecchie fragilità: il rischio blocco incombe su sei club di Serie A

Il campionato di Serie A continua a muoversi in equilibrio precario tra competizione e sostenibilità. La stagione attuale, segnata da risultati altalenanti e da un generale calo di brillantezza offensiva, mette in evidenza i limiti strutturali del sistema. L’unica eccezione, almeno dal punto di vista della continuità, resta l’Inter, con un Bologna sorprendentemente competitivo e in linea con i migliori parametri europei. Tuttavia, mentre il campo offre equilibrio, le scrivanie dei dirigenti tremano per effetto dei nuovi paletti fissati dalla Figc.

Il Consiglio federale ha infatti approvato una stretta sui limiti del cosiddetto costo del lavoro allargato, un indicatore che misura la proporzione tra le spese complessive di personale e i ricavi. La soglia, oggi fissata all’80%, scenderà progressivamente fino al 70% entro giugno 2026, con l’esclusione dal conteggio degli Under 23 convocabili per la Nazionale. Una variazione che, pur mirando a un maggiore rigore gestionale, rischia di colpire in modo immediato diverse società già dal mercato di gennaio.

Napoli e Lazio in bilico: la leva finanziaria delle big sotto pressione

Secondo le valutazioni preliminari, oltre alla Lazio già penalizzata nella sessione estiva, anche Napoli, Atalanta, Fiorentina, Torino e Genoa potrebbero trovarsi al limite dei parametri richiesti. Entro il 30 novembre ogni club dovrà presentare il proprio bilancio aggiornato alla nuova Commissione federale, che ne verificherà l’idoneità. In caso di superamento dei rapporti consentiti, scatteranno restrizioni operative: il mercato potrà essere gestito solo a saldo zero, senza possibilità di nuovi ingaggi o rinnovi economici.

Per evitare sanzioni o blocchi, le società avranno la possibilità di intervenire con aumenti di capitale, versamenti dei soci o altre manovre correttive già previste dai regolamenti. È la prova del nove per club che negli ultimi anni hanno puntato tutto sull’equilibrio tecnico, ma che ora dovranno dimostrare di saper reggere anche il peso delle nuove norme contabili. Il costo del lavoro allargato non è solo un parametro: rappresenta il passaggio obbligato verso un calcio italiano più sostenibile, ma anche più esposto ai propri limiti strutturali.

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Brando Guidacci

Appassionato fin dalla giovinezza delle emozionanti sfide della Liga e della Premier League, ho sempre avuto un occhio di riguardo per il calcio europeo. Questa passione non solo mi ha portato a seguire con fervore ogni partita, ma mi ha anche ispirato a fondare e dirigere "Tuttocalcioestero", una piattaforma dedicata agli amanti del calcio di tutto il mondo. Attraverso questo progetto, ho avuto l'opportunità di condividere e discutere le ultime notizie, le analisi tattiche e le curiosità legate alle leghe più prestigiose d'Europa.

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