La notizia è deflagrata come un fulmine a ciel sereno: Raffaele Palladino ha rassegnato le proprie dimissioni da allenatore della Fiorentina, a poche settimane dalla firma del rinnovo di contratto fino al 2027. Un addio improvviso e inspiegabile che getta nel caos la programmazione tecnica della società gigliata e accende nuove scintille nel già turbolento valzer di panchine che sta investendo la Serie A.
Scelta definitiva e le ipotesi sul tavolo
L’ex tecnico del Monza, corteggiato nei mesi scorsi da diversi club di prima fascia, sembrava pronto ad aprire un nuovo ciclo alla guida della Viola. Il suo profilo giovane, ambizioso e il gioco propositivo avevano convinto il presidente Rocco Commisso e la dirigenza a scommettere su di lui per il dopo Italiano. La firma sul contratto, poi l’annuncio ufficiale. Tutto sembrava apparecchiato per un’estate di lavoro e costruzione.
E invece, la clamorosa retromarcia. Palladino ha comunicato la propria decisione in queste ore, lasciando attoniti i vertici della Fiorentina, che starebbero facendo di tutto per convincerlo a tornare sui suoi passi. Ma secondo fonti vicine all’ambiente viola, la scelta dell’allenatore sarebbe definitiva.
Resta da capire cosa abbia determinato un cambio così radicale in così poco tempo. Le ipotesi sul tavolo sono due. La prima, un’improvvisa frattura con la società, magari legata al mercato o a divergenze sulla gestione tecnica. La seconda – e forse più plausibile – l’arrivo di un’offerta professionale difficile da rifiutare, proveniente da una piazza più ambiziosa.
In questo senso, il nome di Palladino potrebbe finire sul taccuino di due club di primo piano. L’Atalanta, che potrebbe salutare Gian Piero Gasperini ormai promesso sposo della Roma, e la Lazio, dove il rapporto tra Baroni e Lotito sarebbe ai minimi storici. Due possibili destinazioni che rappresenterebbero per il tecnico campano un salto di qualità in ottica europea.
Brando Guidacci
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