Clamoroso retroscena, Raphinha vicino a giocare nell’Italia agli Europei del 2021

Brando Guidacci

Raphinha

Di sliding doors il calcio ne è pieno. Quella di Raphinha, oggi perno offensivo del Barcellona e titolare inamovibile nella Seleção, è una storia che poteva tingersi d’azzurro. Pochi lo sanno, ma nel 2020 la Federazione Italiana Giuoco Calcio tentò seriamente di portare l’esterno brasiliano in maglia Italia, seguendo il solco tracciato con successo da Emerson Palmieri, Jorginho e Rafael Toloi. Una trattativa ambiziosa, fondata su legami di sangue, passaporti e una profonda ammirazione per il progetto tecnico guidato da Roberto Mancini.

Le parole di Deco

A svelare i retroscena era stato Deco, ex campione del Barcellona e all’epoca agente del calciatore: “Ci fu un forte interesse da parte della Figc”, dichiarò nel 2021. Al tempo Raphinha era ancora una gemma in esplosione nel Leeds, ma già nel mirino di molti. Il piano dell’Italia si basava sulle origini italiane del padre, Rafael Dias Belloli, detto “Maninho”, musicista e cittadino italiano. Il doppio passaporto era la chiave per inserirlo nel progetto azzurro, con l’Europeo del 2020 nel mirino.

E proprio pochi giorni fa, ai microfoni del podcast brasiliano Isa Visita, è stato lo stesso Raphinha a confermare tutto: “Ero pronto ad accettare la convocazione dell’Italia. Mi chiamavano spesso, anche Jorginho. Il progetto mi piaceva, ma dentro di me restava quella piccola speranza di vestire la maglia del Brasile. Alla fine, il passaporto non arrivò in tempo e l’Italia vinse l’Europeo”.

Un racconto che suona come un’occasione sfumata per il calcio italiano, che in Raphinha avrebbe potuto trovare un’arma offensiva preziosa. Ma anche una conferma della solidità del progetto azzurro dell’epoca, capace di attrarre e convincere talenti con doppia nazionalità.

Non manca la poesia in questa storia. A sette anni, Raphinha conobbe Ronaldinho, il suo idolo, durante una festa di compleanno per cui il padre e lo zio — membri di una banda di samba — erano stati chiamati a suonare proprio da Dinho. Quel primo incontro fu l’inizio di un legame che col tempo si è rafforzato anche a ritmo di musica, con una collaborazione artistica tra lo stesso Ronaldinho e Maninho.

Il destino, però, ha scelto diversamente. Oggi Raphinha brilla con la maglia del Barcellona, è uno degli esterni più pericolosi d’Europa, e difende i colori del Brasile, proprio come sognava da bambino. Ma l’idea di vederlo a Coverciano, magari accanto a Chiesa e Barella, resta una suggestione affascinante.

Brando Guidacci

Brando Guidacci

Appassionato fin dalla giovinezza delle emozionanti sfide della Liga e della Premier League, ho sempre avuto un occhio di riguardo per il calcio europeo. Questa passione non solo mi ha portato a seguire con fervore ogni partita, ma mi ha anche ispirato a fondare e dirigere "Tuttocalcioestero", una piattaforma dedicata agli amanti del calcio di tutto il mondo. Attraverso questo progetto, ho avuto l'opportunitĂ  di condividere e discutere le ultime notizie, le analisi tattiche e le curiositĂ  legate alle leghe piĂą prestigiose d'Europa.