Una stagione maledetta, una disfatta annunciata. Il Manchester United chiude l’annata più nera del dopoguerra con il ko nella finale di Europa League contro il Tottenham. Un fallimento sportivo che sancisce l’ennesima esclusione dalla Champions League e apre a una crisi senza precedenti anche sul piano economico e gestionale. “Proprio quando pensi che le cose non possano andare peggio, ecco che accade”, ha commentato l’iconico Roy Keane. Una frase che fotografa perfettamente l’attuale parabola discendente di un club in totale disarmo.
IL BILANCIO DI UN DISASTRO
Sedicesimo posto in Premier League, peggior differenza reti dal 1973, 42 gol segnati in 37 partite. Dal ritiro di Sir Alex Ferguson nel 2013, il Manchester United ha bruciato dieci allenatori e oltre due miliardi di euro sul mercato, ma la crisi d’identità resta la costante. Nemmeno Sir Jim Ratcliffe, entrato con il 25% delle quote e la missione di risanare la parte sportiva del club, ha invertito la rotta: 250 milioni spesi e una squadra sprofondata nel grigiore.
AMORIM SOTTO ESAME
Arrivato a metà novembre per sostituire Ten Hag e Van Nistelrooy, Ruben Amorim ha portato lo United in finale europea da imbattuto, ma in Premier ha vinto solo sei partite su ventisei. Il tecnico portoghese è ora in discussione. “Se non sono la persona giusta, me ne andrò anche gratis”, ha dichiarato con fierezza. Tuttavia, cambiare ancora panchina potrebbe alimentare il vortice autodistruttivo iniziato oltre un decennio fa.
MERCATO: TRA VENDITE E ILLUSIONI
Il mercato estivo si preannuncia complicato. Antony, Rashford e Sancho sono destinati a partire per fare cassa. In entrata si punta su Matheus Cunha (15 gol con i Wolves) per 70 milioni, mentre Liam Delap dell’Ipswich è un’opzione giovane e da 30 milioni. Difficile invece trattenere Hojlund e Zirkzee, pagati a peso d’oro ma mai realmente esplosi.
Il sogno resta Viktor Gyokeres, 53 gol stagionali con lo Sporting, ma il prezzo – vicino ai 100 milioni – e l’assenza dell’Europa lo rendono un obiettivo quasi utopico. Il club rischia infatti di perdere tra i 160 e i 180 milioni in mancati introiti da UEFA, sponsor e botteghino. Il Financial Times parla già di un crollo imminente del valore azionario.
TAGLI E PROBLEMI STRUTTURALI
Le perdite nette di oltre 370 milioni di sterline negli ultimi cinque anni hanno già spinto Ratcliffe a operare tagli dolorosi: 250 dipendenti licenziati, altri 200 a rischio. E sul campo i problemi non mancano. Eriksen, Lindelof ed Evans diranno addio, ma restano zavorre come Casemiro (20 milioni l’anno) e Maguire, sempre più ingombranti. Solo Bruno Fernandes, con 19 gol e 19 assist, rappresenta una certezza. Accanto a lui i giovani Mainoo, Ugarte più Yoro e De Ligt per ripartire da una nuova difesa.

Brando Guidacci
Appassionato fin dalla giovinezza delle emozionanti sfide della Liga e della Premier League, ho sempre avuto un occhio di riguardo per il calcio europeo. Questa passione non solo mi ha portato a seguire con fervore ogni partita, ma mi ha anche ispirato a fondare e dirigere "Tuttocalcioestero", una piattaforma dedicata agli amanti del calcio di tutto il mondo. Attraverso questo progetto, ho avuto l'opportunitĂ di condividere e discutere le ultime notizie, le analisi tattiche e le curiositĂ legate alle leghe piĂą prestigiose d'Europa.