In estate, John Elkann, numero uno di Exor, l’aveva detto senza mezze misure: “Voglio una Juventus all’altezza del suo passato”. Poche settimane dopo, la situazione è precipitata: i bianconeri sono piombati in una crisi tecnica che sembra irreversibile e che ha messo Allegri sulla graticola, mentre sul piano economico il club ha registrato il quinto passivo di fila, stavolta stabilendo un nuovo record negativo con -254,3 milioni di euro.

La gestione Agnelli

Exor ha iniettato 700 milioni di euro nelle casse della Juventus per rimediare ai disastri finanziari del club. Una situazione che è diventata insostenibile, soprattutto nei mesi che precedono il centenario della proprietà Agnelli che cadrà esattamente il 24 luglio 2023.

John Elkann aveva chiesto un’annata da protagonisti proprio in vista dell’importante ricorrenza, oggi ha dovuto ingoiare solo rospi amari. E’ per questo motivo che nessuno in casa Juve, come scritto oggi dal ‘Corriere dello Sport’ può sentirsi davvero al sicuro: dai giocatori all’allenatore, passando per i dirigenti e finendo al presidente Andrea Agnelli, capace di conquistare 19 trofei nel suo decennio alla guida della Juve ma reduce anche dalla prima annata a secco. Le scelte degli ultimi 3-4 anni si sono rivelate un disastro, il presidente sembra aver perso il “tocco magico” dei primi anni. Ed ecco che si torna a parlare di avvicendamento ai vertici societari, chissà se proprio nel 2023.

La situazione Allegri

A confronto, la situazione che riguarda Allegri sembra quasi marginale. Quello che oggi è certo è che il tecnico toscano è stato sì confermato dallo stesso Agnelli (che difenderà ad oltranza la sua scelta di rivolerlo alla Juve) ma anche che se la Juve non mostrerà segni di vita in questo mese che precede il Mondiale il ribaltone sarà inevitabile. Una mancata qualificazione alla prossima Champions League, infatti, sarebbe la mazzata definitiva sui conti societari e sulla presidenza Agnelli.