Lesione al menisco laterale del ginocchio destro: è questa la diagnosi dell’infortunio occorso a Paul Pogba nel corso della tournée della Juventus negli Stati Uniti e che ha scatenato diverse polemiche all’interno dell’ambiente juventino. Sì, perché dopo i primi consulti sembrava scontata l’operazione ma dopo l’ultima visita a Lione, di due giorni fa, il centrocampista francese ha spiazzato tutti decidendo per una terapia conservativa.
Occhio al Mondiale
I motivi di questa scelta non sono difficili da comprendere: Pogba punta al Mondiale di dicembre in Qatar (la Francia deve difendere il titolo conquistato in Russia nel 2018) e un’operazione al ginocchio l’avrebbe messo fuori gioco per la rassegna iridata.
La Juve ha accettato la scelta del suo fuoriclasse, consapevole però che ci sono rischi concreti di uno stop più lungo nel 2023. La terapia conservativa servirà di certo a calmare il dolore al ginocchio ma di certo non assicura la guarigione. Anzi, il rischio che alla fine Pogba vada sotto i ferri è concreto e per molti un peggioramento delle condizioni costringerà l’ex Manchester United ad operarsi anche prima dei Mondiali. Insomma, il timore di un po’ tutti i tifosi juventini è che Pogba finisca per disputare una prima parte di stagione “a filo di gas” per poi decidere di operarsi a gennaio.
Le altre opzioni
Sostanzialmente, Pogba aveva due opzioni sul tavolo: la meniscectomia, con asportazione di un pezzo del menisco lesionato, che lo avrebbe tenuto fuori 2 mesi, e la sutura che avrebbe risolto definitivamente il problema ma che avrebbe poi significato un ritorno in campo direttamente nel 2023.
La terapia conservativa costringerà il classe ’93 ad un mese e mezzo di stop (considerando già i giorni passati dall’infortunio): Pogba salterà quindi le prime cinque-sei giornate di campionato e probabilmente la prima giornata di Champions League, ma attorno alla metà di settembre potrebbe tornare a disposizione di Allegri.
Alfonso Grembiule
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