Un’altra domenica di fuoco in casa Roma: i giallorossi non sono andati oltre l’1-1 interno col Torino (peraltro acciuffato in pieno recupero), perdendo ulteriore terreno dal Napoli capolista (ora distante 14 punti) e incassando anche i fischi dell’Olimpico. Non solo: nel post-gara è stato ancora una volta Jose Mourinho l’assoluto protagonista davanti ai microfoni.
Attacco frontale ad Abraham
Se dopo la partita col Sassuolo lo “Special One” aveva di fatto messo la parola fine all’avventura di Rick Karsdorp in maglia giallorossa (“Lo sforzo di tutti è stato vanificato dall’atteggiamento di uno. Gli ho già detto che a gennaio dovrà trovarsi un’altra squadra”), con l’olandese che è già partito con la famiglia per il suo paese, stavolta l’obiettivo è Tammy Abraham.
L’inglese probabilmente era già il bersaglio di queste parole: “Perché la Roma a maggio non aveva Dybala e giocava meglio? Manca qualcuno che è ancora qui ma non è lo stesso”. I sospetti sono diventati realtà quando Mourinho ha risposto a chi gli chiedeva direttamente del rendimento di Abraham: “Gli serve un appoggio morale? Se sei un professionista e ci sono milioni di bambini che sognano di essere al tuo posto non devi avere l’appoggio di nessuno. Devi solo dare tutto giorno dopo giorno. Di quale appoggio psicologico parliamo? Una cosa è uno sbaglio, un’altra è l’atteggiamento. Corri amico, crea problemi a Buongiorno. Chi arriva a questi livelli è un privilegiato”.
La chiusura su Karsdorp
Mourinho ha poi confermato la linea durissima su Karsdorp, anche dopo le parole più concilianti di Pinto prima del match: “Ho scelto io di non convocarlo nemmeno, lui sa il motivo e lo sanno anche i suoi compagni di squadra. Non devo darvi conto di ogni mia decisione”. Qualche parola anche per il debuttante Tahirovic: “Diventerà un grande giocatore e presto si mangerà quelli che ora sono più stabili”.

Brando Guidacci
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