Chivu è già tra i migliori. Spunta un retroscena sulla Roma

Brando Guidacci

Stadio Olimpico - Roma
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Chivu e Gasperini, due visioni a confronto nel primo Roma-Inter delle loro panchine

L’incrocio tra Roma e Inter di questa settimana assume un valore che va oltre la classifica. È il primo faccia a faccia in panchina tra Gian Piero Gasperini e Cristian Chivu, due tecnici che incarnano due scuole diverse: il pragmatismo esperto dell’uno contro la modernità metodica dell’altro. Proprio il tecnico rumeno, ex leader difensivo dai giorni interisti della grande squadra del Triplete, sta rapidamente conquistando il consenso di addetti ai lavori e giocatori.

Da giocatore Chivu era già un esempio di equilibrio tattico e intelligenza applicata. Oggi trasmette la stessa lucidità ai suoi ragazzi. Parla cinque lingue, ascolta, osserva e crea un ambiente di fiducia. Chi lo conosce racconta di un tecnico che non impone, ma guida con convinzione. L’Inter lo ha scelto per continuità e visione, e la decisione appare ogni settimana più azzeccata.

Emblematico è il caso di Pio Esposito, giovane attaccante su cui il tecnico si è speso in prima persona per garantirne la permanenza in nerazzurro. Un gesto che ha rafforzato il senso di appartenenza dentro lo spogliatoio e dato un segnale chiaro sul tipo di leadership che Chivu rappresenta.

Il retroscena di Trigoria e l’intuizione mai realizzata

Mentre l’attenzione oggi è tutta sul presente, da ambienti giallorossi riaffiora un vecchio retroscena di mercato. Quando la Roma cercava un nuovo allenatore, il nome di Chivu era brevemente comparso nei ragionamenti interni a Trigoria. Non si è mai trasformato in una trattativa vera e propria, ma bastò a testimoniare la stima per un tecnico considerato già allora tra i più promettenti.

La scelta finale ricadde su Gasperini, che il dirigente Ranieri aveva sempre indicato come profilo ideale. Eppure quel pensiero legato a Chivu rimane come appunto cancellato a matita: un’idea affascinante, nata forse dalla sua capacità di incarnare il metodo di lavoro di grandi maestri come Mourinho, con cui condivise spogliatoio e principi. Anche Mkhitaryan, che ha avuto entrambi, ha sottolineato le somiglianze nella gestione delle dinamiche e nell’approccio individuale ai giocatori.

Oggi, il confronto tra i due tecnici assume così un valore simbolico. Da una parte l’esperienza e la struttura di Gasperini, dall’altra la lucida innovazione di Chivu. Il campo sarà il vero giudice, ma il dialogo tra le loro idee è già iniziato, e racconta come il calcio italiano stia vivendo un nuovo equilibrio generazionale in panchina.

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Brando Guidacci

Appassionato fin dalla giovinezza delle emozionanti sfide della Liga e della Premier League, ho sempre avuto un occhio di riguardo per il calcio europeo. Questa passione non solo mi ha portato a seguire con fervore ogni partita, ma mi ha anche ispirato a fondare e dirigere "Tuttocalcioestero", una piattaforma dedicata agli amanti del calcio di tutto il mondo. Attraverso questo progetto, ho avuto l'opportunità di condividere e discutere le ultime notizie, le analisi tattiche e le curiosità legate alle leghe più prestigiose d'Europa.

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