C’è una parola che a Torino comincia a risuonare con insistenza: pareggite. Un anno fa il termine aveva accompagnato la parabola discendente della Juventus di Thiago Motta, passata dai proclami estivi a una lunga serie di “X” che avevano logorato classifica e ambiente. Oggi, dopo cinque giornate di campionato e due turni di Champions League, anche la squadra di Igor Tudor sembra risucchiata in una spirale di pareggi. Eppure, osservando i dati, lo scenario appare meno cupo di quanto suggerisca la statistica grezza.
Una Juventus più propositiva
Il confronto con l’avvio della scorsa stagione restituisce un’immagine sorprendente. Dopo cinque giornate, la Juventus di Tudor ha totalizzato 11 punti, due in più rispetto ai 9 conquistati da Motta nello stesso periodo. La differenza più netta emerge però sul piano offensivo: i bianconeri tirano in media 16.8 volte a partita contro i 10.6 dello scorso anno, con quasi il doppio delle conclusioni nello specchio (5.8 contro 3.4) e un incremento evidente anche nei tiri da fuori area.
Il dato sugli expected gol conferma la crescita: 6.12 xG contro 4.14 dell’anno precedente. Tradotto in numeri concreti: 9 gol segnati, tre in più rispetto al 2024. La percentuale di possesso palla resta pressoché invariata, segno che l’aggressività in avanti non nasce dal dominio territoriale ma da un atteggiamento più verticale. Una squadra che crea di più, insomma, ma che non riesce ancora a trasformare questa abbondanza in vittorie piene.
Il tallone d’Achille: la difesa
Se davanti i progressi sono evidenti, dietro il quadro è meno rassicurante. La Juve di Motta aveva chiuso le prime cinque partite senza subire reti. Quella di Tudor, invece, ha già incassato cinque gol. Un campanello d’allarme che racconta una maggiore esposizione agli attacchi avversari, figlia forse della scelta di alzare il baricentro e di correre più rischi in transizione.
La sensazione è che il problema non sia soltanto di reparto ma di equilibrio complessivo: l’assetto offensivo porta benefici nella metà campo rivale ma concede più spazio alle ripartenze altrui. Un compromesso che Tudor dovrà gestire in fretta, soprattutto ora che il trittico Milan-Napoli-Roma ha già scavato un piccolo solco in classifica.
Champions League, un cammino in salita
Il discorso si complica sul fronte europeo. Dodici mesi fa la Juventus aveva iniziato la fase a gironi con due vittorie (contro Psv e Lipsia), questa volta i bianconeri hanno raccolto soltanto due pareggi contro Borussia Dortmund e Villarreal. Stesso numero di gol fatti, ma difesa più fragile: le reti subite sono raddoppiate rispetto all’anno scorso.
Anche la statistica delle parate è indicativa: la media si è abbassata da 4.5 a 2.5 a partita, segno che gli avversari arrivano meno al tiro ma con occasioni più pulite e difficili da neutralizzare. Una situazione che rende più complicato il percorso verso gli ottavi: come ha sottolineato Gatti dopo il pari in Spagna, “sono due punti persi che alla lunga peseranno tantissimo”.

Brando Guidacci
Appassionato fin dalla giovinezza delle emozionanti sfide della Liga e della Premier League, ho sempre avuto un occhio di riguardo per il calcio europeo. Questa passione non solo mi ha portato a seguire con fervore ogni partita, ma mi ha anche ispirato a fondare e dirigere "Tuttocalcioestero", una piattaforma dedicata agli amanti del calcio di tutto il mondo. Attraverso questo progetto, ho avuto l'opportunità di condividere e discutere le ultime notizie, le analisi tattiche e le curiosità legate alle leghe più prestigiose d'Europa.