Nel momento più complicato degli ultimi due anni (5 partite senza vittoria, il Napoli capolista a +12, corsa Champions a rischio e il 4-0 rimediato dalla Lazio a sugellare il periodo negativo), il Milan prova a guardare al mercato per rialzare la testa. Maldini e Massara hanno subito scoperto che c’è una grande occasione da sfruttare: Zaniolo ha rotto con la Roma, il talento classe ’99 è in cerca di una nuova squadra già a gennaio.
Differenze sulla valutazione
L’idea c’è, Zaniolo diventerebbe di fatto un titolare fisso visto che a destra ci sono Messias e Saelemaekers e da tempo i rossoneri cercano un interprete di maggior qualità. Ieri sera, prima e dopo la sconfitta contro la Lazio, Maldini e Massara ne hanno parlato. Prima il ds (“Vedremo se ci saranno opportunità, è comunque difficile e noi abbiamo un organico di livello”), poi il dt (“Non nascondiamo la realtà ma non ci allontaniamo dalla nostra strategia) hanno provato a gettare acqua sul fuoco (soprattutto social) ma di fatto la trattativa è partita.
Ci sono però due difficoltà, ad oggi enormi, e la prima riguarda la valutazione del giocatore: il Milan non è disposto ad andare oltre i 18 milioni (compresi 5 per il prestito oneroso) più eventuali bonus, i giallorossi chiedono 25 milioni + 5 di bonus, consci che il 15% della vendita dovrà essere girato all’Inter.
La formula
La seconda difficoltà, ancora più evidente, riguarda il mancato accordo sulla formula. I rossoneri puntano su un prestito con obbligo di riscatto legato a qualificazione Champions e obiettivi personali (minuti, gol, presenze), la Roma non vuole deroghe sull’obbligo del riscatto, non vuole legarlo a nessuna condizione per questioni di bilancio: non può rischiare di ritrovarsi il calciatore a fine stagione, col bilancio da chiudere e senza possibilità di cederlo prima del 30 giugno.
Più facile trovare l’intesa tra Milan e Zaniolo: il giocatore oggi guadagna 2,2 milioni di euro (scadenza contratto nel 2024) e chiede un ingaggio da 3.5 milioni, i rossoneri non avrebbero difficoltà ad accontentarlo.
Alfonso Grembiule
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